Web Agency Ticino vs Italia: è meglio Como o Lugano?

Sono Luca Pennisi, digital manager che opera vicino al confine fra Como e Chiasso. In questo articolo ti aiuterò a capire le differenze tra le agenzie svizzere e quelle italiane per aiutarti a scegliere in modo più informato a chi rivolgerti.

 

Aspetti legali

legale

Lugano e Como costituiscono (in sostanza) un vero e proprio mercato comune per quanto riguarda le agenzie web. In base a quanto chiarito dall’Istituto di Sorveglianza per il Mercato del Lavoro di Bellinzona, relativamente al settore dello sviluppo web e del marketing vi è libero mercato fra Ticino e Lombardia. Ciò implica che non vi siano né dazi né divieti di alcun tipo, al contrario di altri settori più protetti come ad esempio quello dell’edilizia o dei trasporti. Esiste solamente un obbligo di notifica per quanto riguarda le agenzie italiane qualora effettuino fisicamente prestazioni in territorio elvetico per una durata maggiore di 7 giorni, ma ciò non comporta alcun onere da parte delle imprese svizzere.

 

Le differenze di prezzo esistono?

monetizzazione

Il costo medio di un lavoratore Ticino è di 5.121 CHF al mese, in Lombardia 2.922 CHF (stiamo parlando di cifre lorde), una differenza del 43%. Come facilmente auspicabile, la Svizzera costa generalmente di più anche nel mondo delle web agency. Va detto che spesso le agenzie ricorrono all’outsourcing verso paesi del terzo mondo (ma anche europei), andando quindi a ridurre parte dei costi di sviluppo. L’outsourcing è un fenomeno che viene applicato tanto dalle agenzie ticinesi quanto da quelle lombarde, ma soprattutto diventa vantaggioso per le agenzie ticinesi in quanto hanno spesso una doppia sede dall’altra parte del confine italiano. Il ricorso all’outsourcing dipende dal tipo di progetto e dal tipo di agenzia, esso va il più delle volte a ridurre la qualità del lavoro e a massimizzare i “grassi” profitti delle agenzie, ma non è detto che risulti essere sempre un aspetto negativo per il cliente finale (altrimenti Gucci e Prada non produrrebbero vestiti in Bangladesh). Nonostante il discorso dell’outsourcing, molti miei clienti hanno confermato che le agenzie svizzere costano circa il doppio rispetto a quelle italiane, ma è anche vero che a parità di investimento da parte del cliente, le agenzie italiane dovranno pagare un ammontare di tasse di molto superiore rispetto alle colleghe svizzere, a causa della drammatica situazione finanziaria dello stato italiano. Ciò rischia di influire negativamente sulla qualità del lavoro finale.

 

Il regime agevolato in Italia (ecco il segreto)

Buona parte delle imprese italiane si trovano a dover affrontare una pressione fiscale del 50-70% (considerando le imposte, IVA, pensione e costi legati alla burocrazia). Questo significa che se come cliente svizzero paghi 1.000€ ad un’agenzia italiana, 500-700€ saranno tasse e costi morti, mentre 500-300€ andranno a remunerare il lavoro. Tutte le agenzie italiane sono soggette a questo tipo di imposizione fiscale, tranne quelle in regime agevolato. Che cosa significa regime agevolato? Significa 30% di tasse invece che il 50-70%. Quindi, se deciderai di lavorare con un’agenzia in regime agevolato, qualora dovessi corrispondere 1.000€ per una prestazione, solo 300€ svaniranno in tasse mentre 700€ andranno a remunerare il lavoro, garantendoti una qualità (oltre che una quantità di ore lavoro) di gran lunga superiore. Che differenza c’è fra un’agenzia in regime agevolato ed una in regime ordinario? Nessuna a livello pratico, a livello burocratico si tratta di ditte individuali (un solo socio, con limite di fatturato pari a 65.000€ ogni anno). Questo permette di seguire pochi progetti molto da vicino ed in modo approfondito, garantendo un elevato livello di qualità, un vantaggio che sono orgoglioso di poter offrire in quanto struttura agevolata. Se vuoi discutere del tuo progetto, conoscermi meglio o richiedere un preventivo, contattami quì.

 

La qualità del lavoro – “Made in Italy vs Swiss Made”

agenzia web

Non esiste una prova scientifica secondo cui gli italiani siano più bravi degli svizzeri o viceversa. Tuttavia, le agenzie italiane in regime agevolato offrono i seguenti vantaggi:

  • L’agenzia ha un limite massimo di fatturato, quindi può concentrarsi e seguire in modo più approfondito pochi clienti.
  • Una pressione fiscale del 30% anzichè del 50-70% ti garantirà una qualità-prezzo di gran lunga superiore.
  • Minore (ed improbabile) ricorso all’outsourcing visto il limite di fatturato e la maggiore disponibilità di tempo nel seguire i clienti da vicino. Ciò va ad incidere positivamente sulla qualità.
  • Rapporto diretto con chi fa il lavoro: migliore comunicazione e tempi di esecuzione più rapidi.

Se ti interessa avere un confronto con un’agenzia di questo tipo e vuoi discutere del tuo progetto, conoscermi meglio o richiedere un preventivo, puoi inviarmi una richiesta tramite questo link.

onestà

Esiste una web agency onesta e competente?

Aziende ed imprenditori si trovano spesso davanti ad un problema: mettersi a fare le cose del web e del computer da sé (pur non avendo né tempo né know-how) oppure affidarle ad una web agency esterna (e sperare che non nasca un disastro). Se vuoi delegare a un esterno questa attività (cosa migliore per la maggior parte delle aziende), questo articolo ti fornirà delle considerazioni molto pragmatiche su come evitare i problemi più comuni. Tali problemi si identificano spesso (con troppa semplicità) in disonestà e incompetenza; in realtà sono spesso evitabili con un po di attenzione nella scelta e portando avanti bene le trattative.

 

Scegliere le dimensioni giuste (e non dare la colpa agli altri)

dimensioni

C’è un detto secondo cui le dimensioni contano. Ebbene, non contano soltanto a letto ma contano anche con le web agency. Tuttavia, le dinamiche sono diverse. Una web agency non dovrebbe mai essere “troppo grande e importante” per il cliente. La motivazione per cui le web agency troppo grandi non vanno bene per le PMI è semplice: è meglio essere un cliente importante per una piccola web agency che essere uno dei tanti clienti rompiscatole per una grossa web agency. Le web agency, più sono grandi più tendono ad essere lente e costose. Una web agency grande non sarà mai interessata a dedicare piena attenzione ad un cliente poco importante. Preferirà dedicare gran parte delle sue preziose energie a Prada e Lamborghini piuttosto che per alla piccola azienda di cacciaviti di Chiasso o la clinica ortopedica di Lugano. Non scegliere mai una web agency troppo in alto per il tuo business. Scegli piuttosto una web agency motivata ad averti come cliente e a fare un’ottimo lavoro per te. D’altro canto, non rivolgerti nemmeno a degli incompetenti.

 

La verità sta nel mezzo, un po verso l’alto.

preventivo

Hai in mente un progetto specifico (esempio: fare un sito web con funzionalità A, B, C + campagna pubblicitaria online). Hai chiesto 5 preventivi e hai ottenuto 5 cifre totalmente diverse.

  • Agenzia A: 3.000€
  • Agenzia B: 6.000€
  • Agenzia C: 12.000€
  • Agenzia D: 16.000€
  • Agenzia E: 35.000€

Chi ha ragione? In questo periodo storico in molti stanno correndo verso il basso, sia in termini di prezzi che di qualità dei servizi. Detto questo, consiglio di fare una media e di considerare i preventivi che vanno dalla metà in su (agenzia D = scelta ottimale). Se sono troppo alti per te il consiglio è di abbandonare il progetto (hai fatto perdere tempo a 5 web agency ma almeno non hai buttato via i tuoi soldi in un lavoro scadente o poco funzionale). Prova ad investire in una soluzione più semplice e meno onerosa, potresti sorprenderti di quanto le cose semplici siano spesso le più efficaci. Chiaramente questo ragionamento ha senso nel momento in cui andrai a comparare agenzie delle stesse dimensioni (non un freelancer con l’agenzia della Ferrero, ovviamente!).

 

Diffidare da chi investe troppo nella vendita (= i disonesti)

onestà

Le web agency guadagnano grazie ai clienti. Se investono molto nella vendita significa che investono poco nei progetti. Se investono poco nei progetti perdono i clienti (insoddisfatti) e quindi hanno bisogno di vendere tanto per trovarne di nuovi (per la gioia dei venditori).

 

Diffidare da chi fa analisi (o progettazione) gratis (= gli incompetenti)

analisi

Questo concetto si ricollega al diffidare di chi investe troppo nella vendita. Se un’agenzia concede gratuitamente le sue competenze per aiutarti a progettare la soluzione migliore o ad analizzare molto nel dettaglio la tua situazione, questo è un gravissimo campanello di allarme.

I motivi sono vari:

  • le competenze dell’agenzia non valgono niente o non valgono abbastanza
  • l’agenzia non ha ancora capito che solo i clienti peggiori perdono tempo con analisi (o progettazione) gratuite e non ha ancora capito che ciò non porta ad un buon ritorno di investimento (clienti infedeli, irrispettosi e senza budget).
  • l’agenzia non ha esperienza nel settore richiesto e ha appena iniziato
  • l’agenzia investe nelle analisi gratuite e non investe nei progetti (servizio scadente) …il tempo di chi lavora “gratis” viene pagato dall’agenzia.
  • l’agenzia è troppo “tecnica” e non da valore all’aspetto pratico delle cose perché considerato inutile (problemi di comunicazione in vista)

Ricordati che se una cosa è gratis allora non vale niente. Se vuoi costruire una casa il geometra / l’architetto vanno pagati altrimenti rischia di crollare! Allo stesso modo non è pensabile al giorno d’oggi accontentarsi di un’analisi gratuita prima di avviare un progetto nel mondo web che sta diventando sempre più complesso. Il rischio è di cacciarsi in situazioni caotiche, non capirci più niente e buttare soldi al vento.

 

Alla fine siamo tutti umani

persone

Le web agency e i professionisti del web sono nel 99% dei casi delle bravissime persone, con tutti i difetti che derivano dall’essere “umani”. Nel caso in cui un venditore ti abbia proposto qualcosa, nel caso in cui tu abbia realizzato che la tua web agency è troppo “importante” per un’azienda come la tua, o nel caso in cui qualcuno ti abbia proposto un’analisi gratuita, non andare in panico! Dopo tutto ognuno è quì per fare il proprio lavoro, chi meglio e chi peggio. Se stai cercando un’agenzia onesta e competente, nel momento in cui ci parlerai te ne renderai conto!

pregnant meetup

Come fondare un gruppo meetup da zero

Introduzione

Se hai intenzione di creare un nuovo gruppo Meetup o se ne hai già uno e stai cercando degli spunti per migliorarlo, questo articolo è per te. Dopo aver fatto un’esperienza a Londra e aver  intervistato i fondatori meetup più di successo della zona, ho deciso di condividere e riassumere quì la mia esperienza. Questa vuole essere una guida pratica che va ad affrontare i problemi reali che hanno superato alcuni dei fondatori dei gruppi più importanti d’Europa. I gruppi meetup più longevi attraversano varie fasi: nascita, crescita, maturità, e così via. Questa guida è stata suddivisa in tali fasi, in modo da poter essere utilizzata come una sorta di mappa per chi volesse creare un nuovo gruppo o migliorare un gruppo esistente.

 

Fase 1: prima di partire

motore di crescita

I gruppi Meetup non partono da soli. C’è sempre dietro un’idea e una speranza che fanno da scintilla. A volte questa scintilla può provocare una meravigliosa esplosione, il più delle volte invece, questa scintilla porterà a molte difficoltà che andranno affrontate con tenacia una alla volta.

 

Il carburante ed il motore

La cosa più importante che contraddistingue un gruppo che crescerà nel tempo da un gruppo che invece non andrà da nessuna parte è la motivazione del fondatore. Creare e gestire un gruppo meetup richiede moltissimo tempo, costanza ed il superamento di innumerevoli difficoltà. Senza la giusta motivazione ed il giusto impegno, il motore non sarà in grado di spingere e si bloccherà. Ma quale può essere una motivazione sufficientemente forte da poter spingere fino in fondo? Questo è soggettivo. Tuttavia, se l’unica motivazione è quella di trarne un beneficio economico, tale motivazione non basta, semplicemente perché i soldi non arriveranno né velocemente e né facilmente e probabilmente non arriveranno affatto. Una motivazione più adatta (e molto più forte) può essere la semplice passione per quello che si fa ed il desiderio di condividerla con gli altri. Se ti interessa semplicemente creare un bel gruppo di persone che si incontrano al bar, sappi che anche solo quello richiederà la giusta motivazione. Detto questo, se esiste un modo più facile per raggiungere i tuoi scopi invece che fondare un gruppo meetup, allora vai e insegui i tuoi scopi. Se invece senti che vuoi davvero fondare un gruppo meetup e che ti ci vuoi dedicare con passione, allora continua a leggere per scoprire quali sono i prossimi step.

 

Come progettare un gruppo

Se da una parte chi vuole creare un nuovo gruppo meetup debba avere una forte motivazione, dall’altra parte dovrà pur esserci qualcuno interessato a partecipare agli incontri. Un gruppo meetup va progettato in modo da poter soddisfare delle esigenze. Detto questo, avrai sicuramente un’idea o delle idee su cosa vorresti fare tu. Tuttavia, riuscirai ad ottenere seguito? Il modo migliore per scoprirlo in anticipo è fare una ricerca competitiva (leggi paragrafo successivo). Tuttavia, non è detto che le idee che funzionano siano solo quelle che hanno già avuto successo in passato, ma è comunque una buona idea imparare dagli errori degli altri quando possibile.

 

Ricerca competitiva

Fare una ricerca competitiva su meetup è facile e può rivelarsi molto utile. Supponiamo che tu abbia un’idea, per esempio creare un meetup di disegno artistico. Per trovare gruppi simili ti basterà guardare ad una città di riferimento. Dal momento che Meetup viene molto più utilizzato negli Stati Uniti che nel resto del mondo, ti basterà puntare alle città più grandi negli USA. Seleziona una città alla volta ed avvia una ricerca su meetup. Il mio suggerimento è quello di fare una lista dei gruppi più simili al tuo (e più frequentati) che riesci a trovare. Fatto questo, non limitarti solo a studiare i loro eventi e la loro descrizione. Visto che molto probabilmente gli organizzatori sono delle persone molto aperte e socievoli, contattali direttamente e chiedi un incontro su Skype per parlare della tua idea e confrontarvi su quali opportunità potrebbero esserci per creare dei nuovi gruppi. Se invierai un messaggio personale e ben scritto, otterrai un incontro dal 10-20% degli organizzatori. Fare in questo modo ti permetterà di ricevere consigli molto utili e di evitare un sacco di errori.

 

Partecipare in altri gruppi

Se hai la fortuna di abitare in una città abbastanza grande potresti prima fare un po di esperienza come co-organizzatore in altri gruppi. Ciò ti permetterà di imparare dall’esperienza pratica e di capire se organizzare eventi meetup può fare al caso tuo.

 

Fattibilità legale e proiezioni economiche

legale

Le idee migliori sono spesso illegali. Per esempio se tu volessi organizzare escursioni in montagna in Italia ma non hai il permesso per farlo, sappi che vai nell’illegale. Se vuoi organizzare partite di Poker a 1€ di ingresso in un locale tranquillo, è illegale. Se hai un’idea che reputi molto interessante, se è davvero così interessante allora forse non è legale. Sta a te valutare questo aspetto e capire se vale la pena rischiare. In ogni caso, qualsiasi tipo di attività in Italia va contro ad almeno qualche legge, utile o inutile che sia. Dunque se vuoi fare tutte le cose perfettamente a norma, sappi che questo non è possibile. Un altro aspetto che devi considerare è quello economico. Se vuoi guadagnarci qualcosa o se avrai dei costi da sostenere, prendi una calcolatrice e un foglio, fai delle proiezioni per capire se ha senso oppure no.

 

Fase 2: iniziare il cammino

partenza

Hai un’idea, hai studiato, ti sei confrontato con chi di dovere e hai fatto i tuoi calcoli. Hai le carte in regola. Adesso è arrivato il momento di far partire il tuo nuovo gruppo su meetup. La fase di partenza è quella più difficile in assoluto. La difficoltà principale sarà quella di promuovere un gruppo con 0 partecipanti. Continua a leggere che nei prossimi paragrafi ti spiegherò esattamente come fare.

 

Creare vs ereditare

Ci sono diversi modi per creare un gruppo meetup da zero. Il modo più semplice è quello di ereditare un gruppo già esistente da qualche organizzatore un po svogliato o che non ha più tempo di gestire la baracca. L’alternativa è quella di creare un nuovo gruppo. In tutti e due i casi un gruppo ha il potenziale di crescere e svilupparsi.

 

Trovare i primi partecipanti

Supponiamo che tu abbia deciso di creare un gruppo da zero. Come si fa a promuovere un gruppo con zero partecipanti? Chi potrà mai essere interessato a parteciparvi? Innanzitutto, è impossibile che un gruppo possa avere 0 partecipanti in quanto tu conti almeno 1. Ma come si fa a promuovere un gruppo con 1 partecipante? Un gruppo con un solo partecipante non è un gruppo. Non essendo un gruppo non dovresti promuoverlo come tale. È un concetto molto semplice! Per avere un gruppo occorre un network di persone. Quindi invece di promuovere un gruppo con 1 solo partecipante dovresti concentrarti innanzitutto su come creare il tuo network. Se sei una sola persona e dovresti promuoverti semplicemente come tale. Facciamo un esempio. Vuoi creare un gruppo di disegno. La prima cosa che devi fare è trovare persone che sono interessate al disegno e farti conoscere, oltre che far conoscere la tua idea. Potresti fare così:

 

-Usare Linkedin e fare una ricerca locale di persone che si occupano di “design”. Mandare un messaggio privato invitandoli ad un incontro 1:1 per confrontarvi sull’idea e discutere dei possibili sviluppi. Se la tua idea è interessante e loro sono potenzialmente interessati saranno felici di incontrare un loro simile. Inoltre, anche loro potrebbero già avere un network di persone da coinvolgere.

-Contattare tutte le accademie d’arte in zona. Proporre un incontro di persona per discutere della tua iniziativa e capire se può nascere una collaborazione. Specialmente le accademie d’arte potrebbero coinvolgere un network enorme.

-Contattare tutti i colorifici in zona. Proporre un incontro di parsona per discutere della tua iniziativa e capire se può nascere una collaborazione. Se la tua idea è interessante e loro sono potenzialmente interessati saranno felici di incontrarti. Potrebbero sostenerti pubblicizzando il tuo meetup nel loro negozio.

A volte incontrare una sola persona può essere più remunerativo che andare in un grosso gruppo di sconosciuti a fare networking. Conosci di persona gli interessati e stringi dei legami. Una volta che avrai un network sufficientemente grande potrai far partire il primo meetup. Gli incontri meetup dovranno essere (ovviamente) interessanti e coinvolgenti, in modo da alimentare il gruppo nel tempo.

 

Scegliere la location

Una location facilmente raggiungibile, un orario umano e del buon cibo. Il cibo fa una grossa differenza, non sottovalutarlo. Non devi necessariamente offrire tu da mangiare ma quantomeno scegliere un posto dove offrono del buon cibo perché quello è un elemento davvero importante. La cosa migliore da fare è visitare di persona la potenziale location prima di renderla ufficiale. Una volta individuato il tuo lougo di ritrovo ideale, potrà restare sempre quello anche per tutti gli incontri futuri. Data l’importanza strategica di una buona location, investi tempo per trovarne una.

 

Scegliere la frequenza

Ogni quanto organizzare gli incontri? Un elemento fondamentale nei meetup è la continuità. I partecipanti devono sapere che gli incontri si terranno con ripetitività. La continuità è la migliore forma di marketing. Idealmente, ad ogni incontro dovresti promuovere l’incontro successivo con la relativa data. Per un nuovo meetup in fase iniziale, incontrarsi una volta al mese oppure una volta ogni due settimane è un intervallo di tempo accettabile.

 

Far pagare o no?

All’inizio, meglio non far pagare. Innanzitutto un evento gratuito riscontrerà maggiore partecipazione e darà la possibilità al tuo gruppo di ottenere una buona base iniziale di membri. In secondo luogo, organizzare eventi a pagamento potrebbe richiedere di adempiere a diverse cose dal punto di vista legale. Se devi spendere del tempo nel fare ciò, meglio farlo una volta che il tuo gruppo avrà riscontrato già un minimo di successo.

 

Validazione del gruppo

Un nuovo gruppo va avanti nel tempo solo se c’è qualcuno che vi partecipa e qualcuno determinato nell’organizzare gli eventi. Creare un gruppo meetup è come creare un prodotto e cercare di venderlo. Spesso non ci si riesce e bisogna apportare delle modifiche all’idea iniziale. Altre volte invece le cose vanno bene fin da subito. Nel momento in cui le cose andranno bene vorrà dire che il tuo meetup avrà superato la “prova di mercato” e che la tua idea è valida. A questo punto non ti resta che far crescere il tuo gruppo.

 

Fase 3: la crescita

crescita

Hai creato il tuo meetup ed i primi incontri si sono svolti con successo. Hai intenzione di proseguire il tuo cammino su questa strada. Quali sono i prossimi step e come superarli?

 

Aumentare la frequenza

frequency

La crescita di un gruppo meetup avviene quando, a parità di tempo, il numero di partecipanti attivi aumenta. Se a Ottobre hai avuto 30 partecipanti attivi e a Dicembre hai 50 partecipanti attivi, significa che il gruppo sta crescendo. Il modo più semplice per aumentare i partecipanti attivi è quello di fare sempre più incontri, ossia aumentare la frequenza. La crescita di un gruppo non è proporzionale al numero di membri totali. Ci sono gruppi con 1.000 membri con 50 partecipanti attivi ogni mese e ci sono gruppi con 30.000 membri e con 20 partecipanti attivi ogni mese.

 

Differenziare gli eventi

differentiation

Aumentare la frequenza degli incontri ogni mese rischia di essere controproducente se poi diventano noiosi e ripetitivi per chi vi partecipa. Proprio per questo motivo occorre differenziare. È possibile differenziare in diversi modi:

 

-Creare format diversi dello stesso evento

-Trovare nuovi argomenti che possono interessare anche ad altre persone per aumentare le dimensioni del gruppo

 

Creare dei processi e individuare gli asset

processes

Man mano che il tuo gruppo cresce, ti renderai conto che gran parte delle operazioni che compi diventeranno ripetitive. Pubblicare un evento, trovare gli sponsor, creare un nuovo format, ricevere feedback e così via. Con il tempo sarai in grado di trovare il modo più efficiente di compiere tutte queste operazioni. Se all’inizio ogni cosa era una novità e non sapevi come fare, arriverai ad un punto in cui conoscerai bene il processo ideale per poter fare qualsiasi cosa. Imparerai e crescerai. Ti renderai anche conto, guardando indietro, che hai creato degli asset come un gruppo attivo e ben avviato, dei processi ed un network personale.

 

Trovare co-organizzatori

coorganisers

Più un gruppo crescerà, maggiori saranno le responsabilità e le cose da fare. Se non saprai organizzarti per tempo, arriverai ad un punto in cui le ore che hai durante la giornata non ti basteranno più per fare tutto quanto. Proprio a questo servono i co-organizzatori. Ma come trovarli e come selezionarli? Trovare co-organizzatori è un processo abbastanza standard. Qualche membro esprimerà la volontà di aiutarti, o comunque ci saranno dei membri che saranno più proattivi di altri. In poche parole, si tratta di aspettare e scegliere fra chi si propone. Un aspetto fondamentale da tenere in considerazione durante il processo di selezione è costituito dalle motivazioni che stanno dietro a chi vuole aiutarti. Conviene sempre delegare a qualcuno disposto ad aiutare nel lungo periodo piuttosto che a qualcuno con una motivazione di breve termine.

 

Fase 4: maturità

alberi

Solo una piccola parte dei gruppi meetup riuscirà ad arrivare fino alla fase di maturità. Questa fase è caratterizzata da eventi molto frequenti, buona partecipazione ed una struttura organizzativa gerarchica. A questo punto, un gruppo comincia ad acquisire valore ed importanza. Gli obbiettivi durante questa fase possono essere molteplici:

 

-non mandare tutto all’aria

-crescere ancora di più

-monetizzare e vivere di questo

 

La cosa più importante da fare a questo punto è differenziare i propri canali di acquisizione dei nuovi partecipanti.

 

Differenziare canali di acquisizione

acquisition

A questo punto, il valore principale del tuo gruppo non sarà soltanto quello di essere uno dei tanti gruppi meetup, ma quello di essere diventato una vera e propria organizzazione. Se vuoi proteggere la tua creazione devi incominciare a differenziare i tuoi metodi di acquisizione, altrimenti rischi di perdere seguito se le cose su meetup dovessero andare male. Operare soltanto su una piattaforma non è necessariamente una buona idea perché è molto rischioso. Proprio per questo motivo, costruire un sito web (cerchi un webmaster?), usare altre piattaforme per eventi (come Eventbrite), fare email marketing, SMS marketing e farti conoscere online dovranno diventare le tue priorità. Ne va della sopravvivenza del tuo gruppo. Un’altra buona idea per promuovere il tuo meetup è quella di organizzare eventi congiunti con altri gruppi.

 

Innovare e rafforzare i processi

innovation

Se prima innovare e farsi venire nuove idee era sempre una novità, adesso anche l’innovazione diventerà, come tutto il resto, un processo. Tutto diventerà sempre più astratto e strategico. Se prima il tuo focus era quello di “fare” a livello operativo, la tua preoccupazione di adesso sarà come fare quel qualcosa nel minor tempo possibile e nel modo più semplice e sicuro. Il valore del tuo gruppo verrà in buona parte influenzato dalla bontà dei tuoi processi di gestione. Ascoltare i feedback per innovare sarà sempre importante. Tuttavia, avrai delle radici e saprai bene che cosa funziona e cosa no.

 

Dedizione totale

full commitment

Se sei riuscito/a ad arrivare fino a questo punto, è probabile che dietro a ciò che fai ci sia tanta passione e che quindi stai pensando di dedicarti full-time ad organizzare i tuoi eventi. La dedizione totale richiede che vi sia una certa remunerazione economica (argomento che verrà affrontato nel paragrafo successivo). Tuttavia, il tempo è sempre poco e le incertezze che hai sono tantissime. Molto probabilmente hai già un altro lavoro full-time e non sai cosa fare. Non hai neanche il tempo per pensare! Ebbene, come fare? Innanzitutto, non fare il passo più lungo della gamba. Se meetup ti ha dato così tanto fin ora, non rischiare che ti possa rovinare la vita se hai paura che ciò possa succedere. Prima di poterti dedicare full-time ad organizzare eventi ti occorrono due cose:

 

-stabilità: non dipendere solo da meetup, avere una presenza online oltre che un flusso differenziato e constante di nuovi “iscritti”.

-remunerazione: avere già una remunerazione sufficiente per poter vivere.

 

Se hai già queste due cose, allora puoi fare il grande passo. In caso contrario stai rischiando di fare un balzo troppo lungo. Succede spesso che per ottenere stabilità e remunerazione occorra investire molto tempo, e che queso tempo non lo abbiamo. In questo caso, la cosa più semplice da fare è pagare qualcun altro che può metterci un po del suo tempo, aspettare che il gruppo cresca e poi subentrare nell’organizzazione una volta che la situazione sarà diventata più stabile e remunerativa.

 

Fase 5: monetizzazione

monetizzazione

Monetizzare un gruppo meetup non è affatto facile, specialmente quando si tratta “solo” di un gruppo meetup come possono essercene molti altri. Specialmente in una grande città è pieno di eventi gratuiti. Per quale motivo il tuo meetup dovrebbe essere a pagamento quando ce ne sono molti altri che sono gratuiti? Nel pianificare di monetizzare un gruppo meetup è importante tener conto di questo ed essere in grao di fornire un valore unico, che i partecipanti non possono trovare da nessun’altra parte. In parole più economiche, è importante non essere una commodity. Un altro motivo per cui monetizzare i gruppi meetup non è facile è dovuto ai costi logistici e alle tasse. Se prendi in mano una calcolatrice e fai due conti vedrai che ho ragione. Tuttavia, monetizzare un gruppo meetup non è impossibile e c’è senz’altro chi riesce a guadagnarsi da vivere.

 

Come monetizzare un gruppo meetup nella pratica

I metodi principali utilizzati per monetizzare un gruppo meetup sono:

 

-ticket: far pagare una quota di iscrizione a chi intende partecipare a ciascun evento è il sistema più diffuso in assoluto. Il concetto fondamentale da tener presente è che conviene sempre far pagare in anticipo online. Le persone che si iscrivono agli eventi su internet non sono affatto affidabili quando non vengono vincolate ad un impegno. Se sosterrai dei costi per 100 iscritti e se ne presenteranno solo 15, potresti rimetterci finanziariamente. Quindi fai sempre pagare in anticipo. Il sistema dei ticket può diventare remunerativo specialmente nel momento in cui organizzi molti eventi ogni mese con un discreto numero di partecipanti.

-membership: questo metodo consiste nell’offrire una quota di iscrizione annuale che può portare ad alcuni vantaggi, come ad esempio poter partecipare agli eventi oppure godere di particolari convenzioni. Questo modello di business viene utilizzato (al di fuori di meetup) da chi organizza corsi e dalle palestre. È una forma di monetizzazione che diventa conveniente quando i tuoi eventi si rivolgono ad un gruppo di persone ristrette e stai vendendo una sorta di “percorso” con un inizio, uno svolgimento e una fine.

-sponsorship: se fai degli incontri con un discreto volume di partecipanti, la sponsorship potrebbe essere un modo per ripianare i costi. Tieni presente che trovare degli sponsor richiede tempo. Una tipologia di sponsorship abbastanza diffusa è quella offerta dai locali nuovi o poco frequentati che potrebbero decidere di offrire da mangiare gratis per invogliare la gente a venire e così farsi conoscere. Per trarre profitto con la sponsorship occorrono dei numeri davvero molto grandi in termini di partecipazione.

 

Conclusione

La tua costanza e determinazione sono gli aspetti principali che andranno ad influire sull’andamento del gruppo. Ti renderai presto conto (o forse sai già) che le persone non sono affidabili e che non puoi farci niente. Dovrai comunicare in modo molto chiaro e ripetere sempre le cose più e più volte. Pur facendo così, ci sarà sempre qualcuno che non ha capito o che è molto sbadato. Se avrai buona determinazione in quello che fai, meetup ti darà soddisfazione ed imparerai molte cose facendole nella pratica. Ascolta i feedback dei partecipanti e agisci sempre con trasparenza e onestà. Spero con questo articolo di averti dato qualcosa da portare a casa!

KPI per siti web. Come misurare i risultati?

Premessa

L’obbiettivo che ho per oggi è quello di evitarti il mal di testa spiegandoti quali sono i principali KPI (key performance indicators) per valutare la performance di un sito web. Vediamo se ci riesco 🙂

 

Errore numero 1 che fanno il 99% delle aziende

La cosa fondamentale (che ti renderà felice) è che non devi necessariamente complicarti la vita con i numeri. Il problema numero 1 dei numeri è che sebbene faccia tanto “scienziato 2.0” usarli per dire che il roi è aumentato del 20%, spesso questi numeri non portano a niente, se non addirittura a confondere le idee, oltre che a compiere delle scelte mentalmente ristrette.

Esiste un tipo di informazione molto più utile rispetto a dei dati quantitativi, ovvero l’informazione “umana” (detta anche “qualitativa”).

Il problema fondamentale di oggi è che anche voi “non tecnici” vi nascondete dietro allo schermo del computer e avete perso il valore della comunicazione umana. È diventato più facile domandare un numero piuttosto che una risposta concettuale, peccato che poi quando si tratta di ottenere un’informazione davvero utile a fare qualcosa saranno dolori quando si usano solo i numeri.

 

KPI “umani” – come misurarli?

Ok, i KPI umani sono spesso più importanti di quelli numerici. Ma quali sono questi KPI umani? La risposta è molto semplice. I KPI umani sono le persone e le loro idee. Ma come facciamo a misurare tali “indicatori”?

Ti posso dare 3 consigli:

  • Trova una situazione che ti permetta di entrare in contatto con il cliente “spendendo” meno tempo/soldi possibile
  • Utilizza i momenti in cui hai un contatto di persona con il cliente. (non inviare mail, tanto non ti risponderanno o ti daranno risposte troppo sintetiche)
  • Chiedi sempre il perché, non limitare il valore delle risposte che ti danno.

Ecco fatto. Implementando un sistema di questo tipo potrai godere di un flusso di informazioni che ti servirà per valutare la tua performance e migliorare il tuo sito, senza perdere tempo con i numeri e senza farti venire il mal di testa.

Se stai cercando una web agency che non ti farà impazzire con i numeri puoi contattarmi in qualunque momento.

 

I KPI numerici – su quali fare affidamento e su quali no?

kpi numerici

Chiarito che non esistono soltanto i KPI numerici ma anche quelli umani, andiamo a vedere quali sono questi indicatori numerici (senza farci venire il mal di testa).

 

Il fatturato che genera un sito è misurabile

Devi sapere è che il fatturato che genera il tuo sito è nella maggior parte dei casi misurabile (impostando bene la parte tecnica). Tuttavia, il fatturato non è l’unica informazione a te rilevante. Esistono una serie di altre informazioni che possono servirti a capire molte cose utili sui tuoi utenti. Conoscere tali informazioni ti aiuterà ad “accontentarli” e ad aumentare il tuo volume d’affari.

 

Acquisizione = da dove provengono gli utenti

Se hai la fortuna di avere un sito web con dei visitatori allora la buona notizia è che hai delle informazioni che valgono molto (e che i tuoi competitor non hanno). Puoi trarre beneficio da queste informazioni se sai dove trovarle e come interpretarle. Di seguito, un riassunto degli indicatori principali che ti aiuteranno a capire da dove provengono i tuoi utenti.

 

Pagine di atterraggio

Prova a considerare un sito come un campo pieno di trappole. Le pagine del tuo sito sono le singole trappole. Il tuo obbiettivo è quello di “catturare” più clienti possibile tramite le pagine del tuo sito. Per esempio, ti interessa catturare gli utenti che cercano su Google qualsiasi cosa abbia a che fare con le “valvole idrauliche industriali”. Come fai a sapere quali pagine (e quali tipologie di contenuti) attirano più clienti? Devi guardare alle pagine di atterraggio, dette in inglese “landing page”. Le pagine di atterraggio sono le prime pagine in assoluto di un sito che un utente visita, quelle grazie alle quali il sito è stato trovato.

Ecco un esempio:

Per ciascuna pagina di entrata, ti interesserà sapere:

  • quanti visitatori sono stati “catturati” da ciascuna pagina
  • quanti di questi visitatori hanno completato (per esempio) una richiesta di preventivo.

Ciò ti permetterà di dare un valore economico ai contenuti del tuo sito, oltre che sapere in quale tipologia di contenuti conviene investire tempo e denaro.

 

Fonti di acquisizione

Da dove provengono gli utenti “interessati”? Provengono da Google? Provengono da una fiera? Provengono dalla pubblicità su Facebook? Provengono dalle Pagine Gialle? Sapere da dove provengono gli utenti interessati ti aiuterà a capire quali investimenti in marketing stanno generando risultati e quali no. La soluzione ideale per avere delle informazioni precise a tal riguardo è fare queste due cose:
1. Impostare la parte tecnica del sito in modo che possa generare in automatico una tabella di questo tipo:

2. Chiedere di persona ai clienti ed incrociare i dati “umani” con quelli “digitali”

A questo punto basterà farsi due conti per capire in quali canali di acquisizione conviene investire e in quali no.

 

Ranking SEO

Supponiamo che tu sia un avvocato che opera a Bellinzona. In quale posizione si classifica il tuo sito su Google per la chiave di ricerca “avvocato a Bellinzona”? Se sei in 1° posizione è una buona notizia, se invece sei in 5° pagina vuol dire che ci sono altri 50 avvocati prima di te! Il ranking SEO è una misura variabile, nel senso che può cambiare nel tempo in funzione della qualità del tuo sito e di quello dei tuoi concorrenti. Inoltre, tieni presente che il ranking SEO differisce per ciascuna chiave di ricerca. Per esempio:

ranking

La domanda da porti è: quali sono le parole importanti per le quali vorresti farti trovare? A questo punto potrai ottimizzare i contenuti del tuo sito per farti trovare per tali parole.

 

Abbiamo capito quali sono le metriche principali per capire da dove provengono gli utenti. Adesso è arrivato il momento di capire come questi utenti si comportano sul nostro sito.

 

Comportamento = come interagiscono gli utenti con il tuo sito?

behaviour

Capire il comportamento degli utenti sul tuo sito ti permetterà di trarre delle indicazioni fondamentali per migliorarlo. In che modo? Facciamo un esempio. Supponiamo che tu abbia un negozio “fisico” diviso in 6 reparti. Tramite l’osservazione di dove i clienti vanno quando sono dentro, potresti scoprire che il reparto più vicino all’ingresso viene visitato 10 volte di più rispetto al reparto più lontano dall’ingresso. Fatta questa scoperta potresti decidere di cambiare la disposizione dei tuoi prodotti mettendo quelli più “profittevoli” più vicino all’ingresso. Allo stesso modo, osservare il comportamento degli utenti sul tuo sito può permetterti di guadagnare di più. Vediamo ora quali sono le metriche comportamentali più importanti per il tuo sito.

 

Pagine / utente

Tendenzialmente, più pagine un utente visita su un sito, più è interessato. Un utente che visita una sola pagina sarà meno interessato di un utente che visita 10 pagine. A volte certe fonti di acquisizione portano ad utenti maggiormente interessati di altre. Gli utenti provenienti da Facebook potrebbero visitare mediamente 1,2 pagine. Quelli provenienti da Google 2,3 pagine. Quale categoria di utenti secondo te vale di più? Questa metrica diventa utile quando viene messa in relazione a qualcos’altro, come ad esempio la fonte di acquisizione (Pagine Gialle, Google, Facebook) oppure la pagina di atterraggio (“home”, “servizio nr. 1”, “articolo nr. 45”).

 

Scroll %

Se stai leggendo questa riga significa che hai “scrollato” la pagina fin quì, dunque hai un certo grado di interesse nell’argomento quì proposto. Un modo per misurare il grado di interesse che genera ciascuna pagina del tuo sito è misurare lo scroll. Si tratta di un’operazione abbastanza semplice che torna utile specialmente quando hai come obbiettivo quello di misurare l’efficacia di un contenuto. Questa metrica può tornare utile in diversi contesti:

  • Misurare il grado di interesse di un articolo
  • Misurare il grado di interesse di una proposta commerciale
  • Misurare il grado di interesse suddiviso per canale di acquisizione

Questa metrica è tendenzialmente molto più indicativa rispetto al numero medio di pagine in quanto solitamente gran parte degli utenti “scrollano”, mentre solo una minoranza visiterà più di una pagina.

 

Tempo medio

Il tempo medio di permanenza su un sito è una delle metriche peggiori in assoluto da prendere in considerazione. Ci sono essenzialmente due motivi importanti per cui conviene evitarla:

  • Un utente potrebbe “fare altro” mentre ha di fronte una pagina, oppure più banalmente avere diverse finestre aperte nel computer.
  • Il tempo medio sul sito, nella maggior parte dei casi, non è affatto quello che sembra. Ad esempio, se un utente apre una pagina del tuo sito, la legge per 15 minuti e poi la chiude, per Google Analytics il suo tempo di permanenza sarà pari a 0. Google Analytics assegna un tempo medio maggiore di 0 solo se l’utente clicca su un’altra pagina dello stesso sito.

Riassumendo, non perdere tempo con questa metrica, a meno che tu non sappia davvero quello che stai facendo.

 

Conversioni = quali utenti si “convertono” al tuo prodotto

cro

Cosa (diavolo) sono queste conversioni? Facciamo un esempio. Supponiamo che tu gestisca un’organizzazione religiosa. Il tuo obbiettivo è quello di “convertire” più persone possibile alla tua religione. Che la tua sia una religione buona o cattiva non ha importanza. Il tuo obbiettivo è quello di convertire. Nel concreto però, come avviene tele conversione e come puoi misurarla numericamente? Nel cristianesimo per esempio, possiamo considerare una singola conversione come un singolo battesimo. Quanti battesimi ci sono stati nell’anno 2017? Quanti nell’anno 2018? I battesimi sono il numero di conversioni. Tuttavia, non è detto che tutti coloro che sono stati battezzati vadano in chiesa la domenica. Per questo motivo il battesimo non è necessariamente l’unico modo per misurare il grado di conversione delle persone. Possiamo anche misurare il numero di ingressi nelle chiese durante l’anno 2019 o addirittura il numero di offerte che il vaticano ha ricevuto durante il 2004. Detto questo una “conversione” è una misura indicativa di quanto le cose stanno andando bene per un’organizzazione, un’impresa, una religione, uno stato. Tornando ai siti web, quali “conversioni” si possono misurare? Praticamente si può misurare qualsiasi cosa, in particolare le tipologie di conversioni più comunemente misurate sono:

 

Lead

Per “lead”, termine comunemente si intende un nominativo di persona/cliente potenzialmente interessato. Per esempio, se ricevo una richiesta di preventivo, quello è un lead. Di regola nell’online si possono ricevere lead in 3 modi:

  • Tramite la compliazione di un form di contatto
  • Tramite l’invio di una mail
  • Tramite una telefonata

Tutti e 3 le azioni sono perfettamente misurabili a livello tecnico. Misurare il lead (come del resto misurare qualsiasi altra cosa) ti permetterà di capire quali fonti di acquisizione sono le più efficaci e quali contenuti sul tuo sito web stanno generando più contatti.

 

Acquisti

Misurare gli acquisti permette di incrociare i dati per capire quali fonti di acquisizione stanno generando dei risultati e quali no. Esistono diversi modi per poter generare dei report sugli acquisti; tuttavia, è un argomento piuttosto tecnico. Il concetto fondamentale è che è possibile farlo. Inoltre, tieni sempre presente che l’acquisto è sempre una tipologia di conversione, anzi, diciamo che è la conversione principale che dovresti misurare.

 

Azioni chiave

Abbiamo parlato sia di lead che di acquisti. Tuttavia, la tecnologia web ci permette di misurare qualsiasi altra cosa. Supponiamo che il tuo sito abbia anche altri scopi oltre che vendere direttamente, come per esempio: informare, iscriversi alla newsletter, cliccare un bottone qualsiasi. Tutte queste azioni “non standard” possono essere misurate. A livello operativo si tratta semplicemente di capire che cosa vuoi misurare ed impostare la parte tecnica per farlo.

 

Conclusione

Le informazioni che il tuo sito web può fornirti sono di rilevanza fondamentale per la tua azienda e per far crescere il tuo sito. Spero con questo articolo di averti dato alcuni spunti su quello che si può misurare di un sito web.

Quanto conviene spendere per un sito?

La dura realtà

Se credi davvero che una web agency sia in grado di consigliare alla tua impresa quanto sia giusto investire in un sito, allora ripensaci. Capirai molto presto (o più probabilmente hai già capito) che alle web agency della tua azienda interessa ben poco. Le web agency sono esattamente come i commercialisti: il loro interesse è quasi sempre quello di prendersi più soldi possibile, anche al costo di svenderti delle cose inutili. Tuttavia purtroppo hai bisogno di investire sia nel commercialista che nel web poiché in un certo senso la società in cui viviamo ci “impone” di fare spese delle quali preferiremmo fare a meno. Personalmente io la chiamo perversione economica. La cosa che ti darà sollievo è che anche i tuoi concorrenti devono affrontare gli stessi problemi e le stesse spese, quindi almeno la situazione è equa in questo senso. Quello che però è meno rassicurante è che se il tuo concorrente riesce a fare un investimento che gli porta un sito veramente ben fatto o riesce a scoprire qualche magheggio online per fregarti i clienti, saranno dolori per la tua azienda. Se la tua preoccupazione è quella di trovare un budget ottimale da investire nel mondo “web” per pararti il sedere o perché no, per fare il sedere ai tuoi concorrenti, di seguito ti darò una risposta matematica.

 

Un calcolo matematico abbastanza semplice

Ecco la formula per calcolare quanto spendere in un sito:

Supponiamo che tu abbia un fatturato annuo di 1.000. Che siano euro, dollari, milioni o banane ha poca importanza in questo momento. Supponiamo per semplicità che tu abbia 1.000 all’anno in entrate. Vuoi rifare il sito. Quanto devi spendere?

Per saperlo NON basta fare riferimento solo al fatturato, anche perché sicuramente avrai dei costi su tale fatturato. Supponiamo che il margine netto della tua azienda sia del 50%, quindi la metà di questi 1.000 di fatturato se ne va in costi. Ti rimangono 500 all’anno, al netto dei costi.

A questo punto ti dovresti chiedere: quanto questo nuovo sito migliorerà il fatturato? Supponiamo (per esempio) che un sito più bello possa aumentarti il fatturato del 3%.

Il 3% di 500 è 15.

La seconda cosa che dovresti chiederti è: in quanto tempo vuoi recuperare il tuo investimento? Supponiamo che la risposta sia 3 anni.

15 x 3 = 45.

In questo caso specifico, con le variabili sopra stimate la cifra che ti conviene spendere è 45.

 

Come non buttare soldi al vento

Per quale motivo dovresti investire 45 quando l’agenzia Pinco Pallino ti propone un sito a 5? Semplicemente perché l’agenzia Pinco Pallino potrebbe darti molto di più con 45, se solo fosse messa nelle condizioni di poterlo fare. Vale lo stesso per qualsiasi altra agenzia in quanto sono più o meno tutte uguali. Se la tua idea iniziale era quella di fare un sito standard di 3 pagine, potresti ottenere un sito spettacolare da 7 pagine, una campagna di marketing ed uno studio strategico su misura per la tua azienda. Ecco come potresti fare per davvero il sedere ai tuoi concorrenti! Con questo non ti sto assolutamente dicendo che devi dare 45 all’agenzia Pinco Pallino. Ti sto solo dicendo che, data la tua situazione, 45 è il budget naturale per la tua impresa date le circostanze, e che invece di trovare l’agenzia che ti fa lo stesso sito a 3, se non addirittura a 2, dovresti ragionare su come massimizzare questi 45. Altrimenti ci penserà qualche tuo concorrente e allora sì che fra 5-10 anni saranno dolori. Questo semplice ragionamento, basato sulle TUE stime economiche, ti permetterà di non spendere nè troppo nè troppo poco. Con questo budget, difficilmente i tuoi concorrenti riusciranno a farti il sedere e potresti addirittura trovare il modo di farglielo tu.

 

Evitare le proposte allettanti

Abbiamo finalmente un budget! Come facciamo a massimizzare i risultati di tale investimento? Quello che fanno tutti è chiedere 5-10 preventivi gratuiti. Il problema fondamentale di questo approccio è che chi fa un preventivo gratuito non sta guadagnando niente. Di conseguenza, tutti questi preventivi gratuiti che riceverai verranno fatti in modo estremamente affrettato, con un focus più sul venderti qualcosa che sul come poter aiutare la tua azienda. Questo è l’approccio in cui molti cascano (inclusi i tuoi concorrenti).
Ricevere proposte gratuite e allettanti da tutti questi “nati imparati del web” potrà davvero aiutare la tua azienda ad aumentare il fatturato?
Lascio a te la risposta. La soluzione alternativa, quella che permetterà alla tua azienda di investire bene questi 45 che abbiamo ipotizzato prima, è di fare l’esatto opposto di quello che fanno i tuoi concorrenti. Innanzitutto, non dare 45 a chi non conosci, ma nemmeno 25! Prima di fare un investimento consistente è opportuno conoscere un po meglio colui (o coloro) di cui dovrai fidarti. Se hai 45, spendi al minimo 5 in pianificazione. Un sito web, specialmente un sito web che sa vendere, non è affatto un prodotto semplice come un’automobile o un cestino realizzati in serie. Quindi, una volta che hai trovato una PERSONA che ti ispira fiducia fai un primo contratto molto piccolo per la pianificazione e vedi come va con tale PERSONA o con la sua agenzia. Prova a immaginare di assumere un’impresa di costruzioni immobiliari senza avere un progetto.

 

Cliente: “Iniziate a costruirmi una casa!”
Impresa: “Cosa dobbiamo costruire?”
Cliente: “Fatemi una proposta gratuita!”
Impresa: “Ok, eccola!” (non si tirano mica indietro)
Cliente: “Ottimo, siccome siete l’impresa più economica e convincente vi pago e iniziate a costruire!”
Impresa: “Affare fatto!”

 

Dopo 1 anno dalla consegna dei lavori l’immobile (bruttissimo) crolla a causa di calcoli strutturali mai fatti.

 

Detto ciò, un piccolo investimento in pianificazione permetterà di parare il sedere alla tua azienda e di mettere alla prova la PERSONA o le PERSONE che gestiscono l’agenzia prima di pagare per un contratto più grande. La pianificazione NON è la grafica. La pianificazione è una strategia sensata di lungo termine che prende in considerazione la tua azienda prima ancora del “che cosa vogliamo venderti”.

 

Come non fare un casino allucinante

Se sei un Italiano (non so se succede anche in Svizzera), ti sarà certamente capitato di imbatterti in quelle grandi opere incompiute dalla pubblica amministrazione. Decidono di fare una scuola. Non ci sono più i soldi. La scuola rimane lì a metà, ferma, per sempre.
Se sei un imprenditore o un manager privato, ti starai certamente dicendo che i privati non sono così sprovveduti. Tuttavia, lo sono. È solo più difficile notarlo. A volte ci si imbatte in un grosso progetto che, a lavoro ultimato, non ci sono i soldi per rifinirlo ed adattarlo alle esigenze pratiche. Ecco che quella soluzione ultra costosa proposta dalla web agency di turno rimane solo sulla carta. Un budget per un sito web andrebbe deciso con prudenza, tenendo conto che molto probabilmente a fine progetto verranno fuori delle esigenze che in precedenza non sono state preventivate.

cos'è? come funziona? a cosa serve?

A cosa serve Google Tag Manager?

Spiegare ad un profano a cosa serve il Tag Manager non è facile, soprattutto quando pure dalla spiegazione di Wikipedia non si capisce niente. Tuttavia, grazie al mio lavoro ho imparato a spiegare ai miei clienti “umani” (che non sono nati imparati) di che cosa si tratta e a che cosa serve in concreto.

 

Spiegazione semplice per NON informatici

Detto in modo molto semplice, il Google Tag Manager serve a liberare chi si occupa di marketing dagli informatici. Questa libertà permette ai marketer di compiere delle operazioni molto strategiche e di accedere a delle informazioni molto importanti relativamente al proprio sito (ti farò degli esempi nei paragrafi successivi).

Generalmente parlando, il “team” o la persona che si occupa di marketing potrebbe avere la necessità (o il desiderio) di compiere determinate operazioni sul sito aziendale. Per esempio, se vuole sapere quanti utenti schiacciano un bottone con il mouse, tradizionalmente doveva rivolgersi a degli informatici (oppure alla web agency) per inserire del codice nel sito. Questo comporta inevitabilmente una perdita di tempo e soldi, che spesso si traduce in un macello allucinante culminante nel nulla più assoluto. Tutto il controllo e la conoscenza del sito rimane di regola nelle mani degli informatici. Il team di marketing ci rinuncia e se ne scappa via con la coda tra le gambe. Il Tag Manager serve a risolvere questo problema, dando maggiore libertà a chi si occupa di marketing.

 

Cani e gatti devono stare separati

Esistono pregiudizi tra informatici e marketer. Gli informatici pensano che i marketer siano stupidi, invece i marketer pensano che gli informatici vivano nel loro mondo di tag e siano inutili nelle cose pratiche. Spesso un pregiudizio è una semplificazione (abbastanza approssimativa) della realtà. Fatta questa considerazione filosofica (e importante) possiamo procedere con una spiegazione concreta.

 

Tag Manager = Libertà

Chiarito che il Google Tag Manager serve a rendere chi si occupa di marketing indipendente dagli informatici (oltre che a risparmiare molti soldi), vediamo con degli esempi questa libertà cosa permette di fare.

 

Capire cosa fanno gli utenti sul sito

È possibile osservare il comportamento degli utenti in modo molto preciso. Ad esempio, potrebbe interessare sapere quanti utenti cliccano questo link. Senza il Tag Manager servirebbe un informatico che possa accedere al sito ed inserire del codice senza combinare casini. Con il Tag Manager invece si può fare la stessa cosa risparmiando un sacco di tempo. A volte può interessare sapere se una pagina commerciale del nostro sito viene letta per davvero. Per esempio, qual’è la percentuale di utenti che scorre questo articolo fino a questa riga? Senza il Tag Manager, ci vorrebbe uno sviluppatore che conosce bene questo sito e di cui mi possa fidare per accedere al “motore” e aggiungere diverse righe di codice incomprensibili. Forse un giorno mi dimenticherò che queste righe di codice esistono. Forse questo sviluppatore combinerà qualche casino. Forse perderò un sacco di tempo e soldi per misurare una cosa così semplice. Con il Tag Manager non occorre niente di tutto ciò. Questi sono solo due esempi ma le possibilità sono praticamente infinite.

 

Capire da quale canale di acquisizione provengono gli utenti che “comprano” o ci “contattano”

Di norma, gli utenti che scoprono dell’esistenza di un sito provengono da qualche parte. A volte fanno una ricerca su Google, a volte cliccano su un annuncio a pagamento, altre volte provengono da un altro sito che ci ha linkato. Supponiamo che io voglia sapere da dove provengono coloro che mi inviano una richiesta di preventivo e quali pagine del mio sito hanno visitato prima di inviare una richiesta. Con Tag Manager posso farlo senza dover modificare il codice del sito. Potrei scoprire ad esempio che la pubblicità a pagamento non mi sta servendo a niente e che sto buttando via soldi ogni mese. Ho compiuto studi simili per molti clienti e so per esperienza che sono molto utili.

 

Fare degli “esperimenti” e vedere se le vendite migliorano

Supponiamo che tu sia una società di assicurazioni automobilistiche. Vuoi sapere se vende di più scrivere i prezzi in rosso o in arancione. Con Tag Manager puoi integrare dei servizi gratuiti che ti permettono di fare un esperimento e di scoprirlo. L’esempio dei prezzi in rosso o in arancione è solo per darti un’idea (banale), ma se proprio vuoi saperlo si possono fare anche esperimenti legati al testo, alle immagini o addirittura alla struttura intera di una pagina.

 

Chiedere feedback agli utenti

Esistono delle integrazioni con servizi gratuiti che permettono di inserire dei box nel proprio sito per chiedere ai propri utenti come si trovano e cosa vorrebbero migliorare.

 

Integrare il proprio sito con dei servizi che possono tornare molto utili

Abbiamo fatto già riferimento delle “oscure” integrazioni nei paragrafi sopra. Ebbene, grazie al Tag Manager è possibile integrare con il proprio sito dei servizi esterni che possono essere molto utili, senza bisogno di essere degli informatici. Per esempio, uno dei più diffusi servizi che viene “collegato” ad un sito tramite Tag Manager è il famosissimo Google Analytics, ma ne esistono molti altri, probabilmente decine di migliaia, ognuno con scopi diversi.

 

Inserire degli elementi senza toccare il codice direttamente nel sito

Supponiamo che il team di marketing voglia inserire una immagine promozionale all’interno del sito, in un punto specifico. Con Tag Manager si può fare senza coinvolgere gli informatici. Si possono anche inserire bottoni, link, modificare paragrafi, moduli da compilare e così via.

 

Aumentare la sicurezza del sito, tenendo i non tecnici lontani dalle cose tecniche

Se da una parte il Tag Manager offre libertà a chi si occupa di marketing, esso permette anche di fare in modo che chi si occupa di marketing se ne stia al suo posto senza combinare guai, proprio perché non avrà più bisogno di fare interventi diretti sul codice di un sito. Inoltre, grazie a Tag Manager, tutte le modifiche sono facilmente reversibili. Gli sviluppatori potranno fare il loro lavoro indisturbati, chi si occupa di marketing invece potrà fare tutti i monitoraggi possibili ed immaginabili, e molte altre cose, in modo indipendente e senza rischiare nulla a livello infrastrutturale.

Differenze tra Professionista e Web Agency

In cosa sono uguali

Tanti anni fa le cose erano più facili. Una web agency era un’azienda con più dipendenti mentre invece un professionista era una persona sola (più o meno specializzata). Al giorno d’oggi le cose sono cambiate: un professionista e una web agency sono spesso la stessa cosa sotto l’aspetto organizzativo.

 

Per quale motivo?

Professionista o web agency che sia, in tutti e due i casi possono avere un network di collaboratori. Mi spiego meglio. Internet ha reso possibile (e sempre più diffusa) la collaborazione a distanza. Proprio per questo motivo, è facilissimo per un esperto abbastanza navigato assumere uno “specialista” di qualsiasi tipo tramite delle piattaforme online. Questa è ormai diventata la prassi. Come faccio a saperlo? Ho lavorato sia per web agency che come libero professionista, e faccio questo lavoro tutt’ora. Tornando a spiegare la differenza tra agenzie e professionisti, esistono dei portali web che permettono di assumere collaboratori in pochissimo tempo e a rischio zero. Sia le grandi agenzie che i professionisti ne fanno uso. Avendolo già fatto innumerevoli volte, ti posso assicurare che trovare ed assumere uno specialista (anche di alto livello) con referenze richiede circa 2 ore. Tutto ciò ha fatto sì che siamo diventati tutti (o rimasti) delle agenzie in quanto ogni singolo professionista o fondatore di un’agenzia, può avere la sua rete di collaboratori. Se la persona in questione non dovesse già avere quel collaboratore che gli serve, bastano 2 ore per assumerne uno nuovo. Questa nuova risorsa sarà spesso più aggiornata (e determinata) del collaboratore dell’altra agenzia che è stato assunto 10 anni fa. Quindi, il fatto che un’agenzia (o un professionista) assuma dei collaboratori con internet è spesso un grandissimo vantaggio per il cliente finale sia in termini di qualità del lavoro che di costi. Il concetto fondamentale che devi tener presente è che sia le agenzie tradizionali che i professionisti assumono collaboratori su internet. Se non lo facessero (o se dovessero dirti che non lo fanno) ci sarebbe da farsi due domande, in primis sulla loro onestà, ed in sesundis sul loro grado di innovazione visto che assumere super specialisti a distanza conviene non solo in termini economici ma anche in termini di risultati (ammesso di sapere ciò che si fa e dirigere/controllare bene il loro lavoro).

 

È solo una questione di apparenza

Per le motivazioni sopra citate, sia il professionista che il fondatore della web agency hanno la loro rete di collaboratori. Cambia solo l’involucro, spesso reso alquanto fumoso dalle agenzie che vogliono sembrare più grandi possibile quando in realtà vengono manovrate da 1, massimo 2 persone che sono al comando. Un’agenzia criticherà i professionisti singoli facendo leva sul fatto di avere dei dipendenti tradizionali ed un ufficio fisico in centro città. Un professionista criticherà le agenzie alludendo ai loro costi stratosferici. A livello pratico invece, quello che conta di più sono i risultati di chi affiderai il tuo progetto ed il costo; cosa che non dipende dal “branding” utilizzato dal tuo fornitore per mostrarsi al mercato. Nel mio caso ad esempio, invece che perdere tempo per inventare qualche nome strano ho deciso di utilizzare il mio nome e cognome per sottolineare l’importanza di un rapporto diretto con il cliente.

 

Costi, tasse, comunicazione, durata e… risultati

Abbiamo chiarito che a livello organizzativo singoli professionisti ed agenzie sono spesso molto simili. Tuttavia, ci sono altri aspetti da tenere in considrazione.

 

I costi dell’organizzazione

Tutto dipende dalla struttura geografica ed organizzativa. Associazioni di persone fantasma, associazioni di persone che stanno tutte sotto lo stesso tetto, freelancer con i tentacoli piuttosto che lupi solitari, ognuno ha una su struttura organizzativa. Invece che abbinare un’etichetta organizzativa alla web agency ed un’altra al professionista, durante la fase di valutazione basta chiedere: “qual’è la tua struttura organizzativa?” e sperare in una risposta sincera. Chiaramente l’ufficio tradizionale con 10 dipendenti italiani costerà di più del professionista che delega il lavoro a un team di 24 indiani specializzati.

 

Aspetti fiscali rilevanti

Sebbene non esista più una differenza organizzativa fra un professionista e una web agency, vi è sempre una differenza fiscale quì in Italia. Tale differenza incide sui tuoi costi. Per autarti a scegliere meglio tenendo conto della forma giuridica di una società italiana (evitando che il tuo investimento vada per la maggior parte allo stato italiano e non al lavoro vero), ti riassumo con una frase quello che devi prendere in considerazione, poi ti spiego meglio il significato di tale frase. Un’azienda in Italia ha una pressione totale (fisco, pensioni, Iva e costi vari) del 70%, un professionista del 30%. Sono numeri molto vaghi in quanto non basterebbe scrivere un intero libro per essere precisi, ma è giusto per darti un’idea di massima. In termini più concreti, se dai 1.000€ ad un’agenzia italiana, solo 300€ verranno investiti nel tuo lavoro. Se dai 1.000€ ad un professionista italiano, 700€ verranno investiti nel tuo lavoro. Questa enorme differenza di costi spinge molte aziende, anche quelle più grosse, a diffidare delle agenzie e scegliersi la persona di fiducia. Per distinguere giuridicamente cosa è un professionista e cosa è un’azienda (questo vale per i lettori Svizzeri che potrebbero non saperlo), ti basterà guardare a fondo pagina del sito. Se è presente la dicitura SRL, SRLs, SAS oppure SPA, quella è giuridicamente parlando, una società. Se invece vedi indicata solamente la Partita IVA, a volte abbreviata con (P. IVA), seguita da un codice, quello è un professionista. Se invece non vedi indicato niente a fondo pagina, quello è in tutta probabilità un sito fantoccio, una persona onesta che guadagna meno di 5.000€ all’anno, oppure un evasore fiscale.

 

Disorganizzazione

Non è bello avere un problema e non riuscire a comunicare con chi dovrebbe risolverlo. Proprio per questo motivo, sia le web agency che le agenzie di marketing tendono ad avere una struttura organizzativa molto ristretta, solitamente 1-10 persone, più i collaboratori esterni ovviamente. Chiaramente, più un’organizzazione è piccola, più la comunicazione è semplice, ma guardare solo alle dimensioni non è necessariamente la soluzione definitiva per scegliere l’agenzia con la quale comunicherai meglio. Un’agenzia è fatta di persone, e tu ti troverai a comunicare di regola con un unico referente. Quindi, piuttosto che scegliere in base alle dimensioni, scegli in base alla persona con cui ti troverai a gestire il tuo progetto. È una persona competente? È un designer fuori di testa? Uno sviluppatore con la testa quadrata? Un addetto marketing che sa solo dirti che devi spendere di più? Se stai cercando una persona competente nel fare questo lavoro, sappi che sarà davvero molto difficile trovarla.

 

La guerra della durata

Viene spesso detto che le agenzie hanno il vantaggio di permettere un rapporto più stabile e durevole rispetto ai professionisti. Non è detto. Chiarito che un’agenzia è nel 99% dei casi una “società” molto piccola gestita spesso unicamente dal suo fondatore, non c’è tutta questa differenza. Se ci sono addirittura due soci, può succedere che litighino o che uno di essi si ritiri, andando a compromettere l’andamento del lavoro. Inoltre, il fatto di dover sottostare a delle aliquote fiscali e a dei costi spaventosi (in proporzione al loro giro d’affari) farà sì che ci sia un rischio economico molto elevato. La cosa peggiore che può capitare è la classica situazione in cui sono obbligati a far spendere il più possibile ai propri clienti per questioni di sopravvivenza. Se un’agenzia ti dirà che con loro hai il vantaggio della stabilità, a meno che non sia una società enorme non è detto che questa stabilità ci sarà in futuro.

 

Gestione dell’ignoranza

Capire come sta lavorando un’agenzia per un cliente (non un esperto di web) è un po’ come se io dovessi capire se il mio dentista sta lavorando bene. Di odontoiatria non ci capisco niente e non mi interessa. L’unica cosa che mi interessa è avere dei denti normalissimi spendendo il meno possibile. Proprio per questo motivo, la mia ignoranza, è molto importante per me sentire il parere di più dentisti, come per te è importante sentire il parere di più esperti.

 

In conclusione

Fatto tutto questo pippone, veniamo al dunque. A meno che tu non debba gestire dei progetti estremamente complessi dal punto di vista tecnologico, conviene affidarsi ad un professionista molto competente. Se ne stai cercando uno in Ticino/Lombardia, ti invito dare un’occhiata al mio sito per capire meglio chi sono e cosa faccio. Abito a 5 minuti dal confine con la Svizzera e a 1 ora da Milano.

scegliere

Come scegliere una web agency?

Sono tutte uguali

Se pensi che le web agency siano tutte uguali, hai perfettamente ragione. Non sapendo dove trovarle e come sceglierle c’è poco da fare se non dire che sono tutte uguali. Tuttavia, esistono dei metodi molto semplici che possono ribaltare la situazione. Per effettuare una scelta occorrono due cose: (1) sapere dove trovare delle opzioni valide e (2) sapere come valutarle. A dire la verità ti servirà anche del tempo, ma non troppo.

Iniziamo dal come e poi dopo passiamo al dove.

 

Come riconoscere i disonesti

Distinguere tra un’agenzia onesta e un’agenzia disonesta è il primo passo per effettuare una buona scelta. Ma come fare?

La cosa più sbagliata da fare in assoluto è quella che fanno la maggior parte dei clienti. Mostrarsi sicuri di ciò che si vuole e fingersi degli esperti per mettere “in guardia” l’agenzia (o qualsiasi fornitore) pensando così di evitare le fregature. Questo è un approccio disastroso. Le agenzie non oseranno contraddirti o proporti soluzioni migliori di quelle che hai in mente tu per paura di perdere tempo e giocarsi una vendita. Mostrarsi troppo sicuri di sé rischia di creare un gran casino e “spaventare” le agenzie migliori che preferiranno lavorare con clienti meno ansiogeni, più aperti di mente e più disposti ad ascoltare.

Un metodo di gran lunga migliore è quello di fingersi molto più incompetenti di quello che si è. Per esempio, valuta attentamente le risposte a delle domande per le quali hai già trovato una soluzione esaustiva su Google. Avrai certamente delle domande sul tuo progetto. Fai una lista e preparati con Google prima di andare ad intervistare le agenzie. Potrai così valutare la coerenza delle risposte che ricevi. È un sistema semplice ed efficace. Fingiti molto ignorante e indeciso/a. Non azzardarti mai a dire che sai già quello che vuoi per la tua azienda o che conosci un po del loro mestiere. Questo è un metodo che fa strage in qualsiasi “terreno”, non solo quello delle web agency ma anche in quello dei dentisti e dei commercialisti. Si tratta di un vero e proprio carro armato!

Lavorare con organizzazioni e persone disoneste non è affatto una scelta obbligata per la quale devi arrenderti. Nel lungo periodo accumulare questo tipo di rapporti non farà altro che danneggiare la tua azienda. Esistono (poche) organizzazioni e persone oneste che stanno solo aspettando qualcuno che le scopra. Visto che sono del settore, a me piace pensare di ritenermi una web agency onesta.

  

Le referenze “fra le nuvole”

Le referenze di un’agenzia non sono altro che una piccola parte dei lavori che ha fatto in passato. Non tutti i lavori che fa un’agenzia sono dei successi. I lavori migliori (quelli che vedi sul sito dell’agenzia) sono, con buona probabilità, quelli che sono costati di più. La cosa fondamentale che ti devi chiedere è questa: hai lo stesso budget del 10% dei clienti più ricchi che ha avuto l’agenzia? Se la risposta è no, allora prendi in considerazione queste due cose:

  • Non sei un cliente importante per quell’agenzia
  • Le referenze che vedi sul sito sono di aziende che hanno speso più della tua

Detto questo, se non fai parte di quel 10%, non farti ingannare dalle referenze. Inoltre, tieni in considerazione che le referenze non sono tutto. L’ingegnere migliore non è necessariamente il più vecchio. Il pittore migliore non è necessariamente il più vecchio. Il marketer migliore non è necessariamente il più vecchio.

Se non puoi permetterti l’agenzia più referenziata e costosa in assoluto, non ti preoccupare. Troverai sicuramente qualcuno che saprà utilizzare il tuo budget con molta più efficacia.

Una cosa fondamentale alla quale devi dare importanza è il processo che verrà adottato da un’agenzia. Dato un budget messo a disposizione, che cosa farà quell’agenzia per te? Quali step seguirà? Quanta attenzione metterà in ogni step? Sono tutte domande lecite che un cliente dovrebbe fare.

 

La regola del 70-30

Se hai un budget al di sotto dei 5.000€, questa regola è importantissima. Se ti rivolgi a una società, il 70% del tuo investimento andrà allo stato italiano. Se ti rivolgi ad un professionista, “solo” il 30% del tuo investimento andrà allo stato italiano. Questa regola vale naturalmente anche per chi ha budget più elevati, ma un conto è affidare un piccolo progetto ad una società che ha poco margine di manovra, un conto è affidare un piccolo progetto ad un freelancer determinato e con ampio margine di manovra. Questo significa che: se dai 1.000€ ad un’agenzia, un team di più persone dovrà gestirsi 300€ per completare il tuo progetto. Se invece dai 1.000€ ad un professionista molto competente, avrà 700€ a disposizione, con molte più ore di tempo. I pesci grossi hanno molte più tasse e molti più costi dei pesci piccoli. Ricordatelo sempre. Inoltre, tieni presente che le agenzie, anche quelle più importanti, dietro a dei grandi nomi hanno di regola un team di indiani che lavorano a distanza o un team di stagisti poco competenti. Se hai un budget enorme le cose potrebbero cambiare drasticamente, ma se hai un budget piccolo un’agenzia non potrà mai affidare il tuo progetto a dei collaboratori competenti che costano molto di più.

Detto questo, se il tuo budget è inferiore ai 2.000€, conviene affidare direttamente il tuo progetto ad un solo freelancer molto competente. Se hai un budget compreso fra i 2.000€ ed i 5.000€, un professionista con eventuali collaboratori a distanza farà al caso tuo. Tra i 5.000 ed i 10.000 comincia a valutare un’agenzia ma non scartare a priori un buon professionista con dei collaboratori. Se il tuo budget è superiore ai 10.000€, valuta molto attentamente l’organizzazione alla quale affiderai il tuo progetto, oltre che il project manager. Nel darti questi numeri sto parlando di progetti singoli, ossia della creazione di qualcosa di specifico, come un sito web o una grafica. Se invece quello che cerchi è un suppoto continuativo e tanti piccoli progetti, evita assolutamente le agenzie, a meno che tu non abbia un budget davvero enorme.

 

Il trucco più semplice al mondo

Ho divagato molto e non ti ho ancora dato nessun suggerimento su come trovare nel concreto una web agency (o un professionista). Ecco quindi cosa devi fare per andare a colpo sicuro.

Prova a cercare delle imprese locali simili alla tua per dimensioni e settore di riferimento. Per esempio, se abiti in Svizzera e sei una clinica dentale potresti cercare: “dentista a Lugano”, “chirurgo plastico a Lugano”, “dottore a Lugano”. Guardati tutti i siti che escono fuori e fai un elenco dei 10 siti che più ti piacciono. Una volta che hai in mano un elenco di 10 siti che reputi molto ben fatti, basta solo scoprire chi li ha realizzati. È più facile di quello che pensi. Telefona direttamente alle imprese che hai trovato, digli che hanno un bel sito e chiedigli a chi si sono affidati per farlo, oltre che come si sono trovati. Se pensi che ti risponderà qualche segretaria che non sa niente, ripensaci. Chi risponde al telefono, nel caso delle piccole e medie aziende in genere è il proprietario/a oppure colui/colei che si occupa di marketing. In tutti e due i casi, chi risponderà al telefono al 70% ha direttamente a che fare con l’agenzia, a meno che tu non voglia telefonare una grossa multinazionale (lì nessuno saprà niente, forse neanche il CEO sa chi ha fatto il sito). Cerca di entrare in confidenza e fai più domande possibile. Se loro sono contenti dell’agenzia a cui si sono rivolti sarà facile per te capirlo! Ricordati che stai parlando direttamente con i clienti delle agenzie, quindi potrai ottenere delle risposte davvero molto esaustive. Fai delle domande mirate, come ad esempio sul come il lavoro è stato gestito, se c’è stata una buona comunicazione e quanto hanno speso.

Potresti sorprenderti nello scoprire nuove agenzie delle quali non sapevi nemmeno l’esistenza, quelle che invece che spendere il budget dei loro clienti nel farsi pubblicità lo spendono nei progetti.

 

La soluzione alternativa

Questo articolo non potrebbe essere completo senza una soluzione alternativa. Se stai cercando una web agency a Como / Lugano e vuoi parlare con una persona che potrebbe fare al caso tuo, ti invito a dare un’occhiata al mio sito per capire chi sono e di cosa mi occupo. Se mi invierai una richiesta di preventivo sarò molto felice di scambiare due chiacchiere con te e capire se posso aiutarti. Lavoro dalle parti di Como, a 5 minuti dal confine con la Svizzera e a 1 ora da Milano.